Intervista

Fabio Mattaboni Responsabile sistemi informativi RETITALIA

 

 

 

 

Il ruolo della tecnologia nell’emergenza coronavirus

Il mondo è cambiato, il mercato è cambiato e i paradigmi che erano alla base di molte strategie di solo pochi mesi fa, oggi potrebbero non essere più validi.

In un’Italia che avrebbe dovuto aver connesse il 100% delle famiglie alla rete già dal 2015 e in cui le regioni più virtuose a malapena raggiungono il 77%, con un divario nord sud sempre presente, le strategie di vendita delle aziende sono cambiate integrate certamente di una forzatura del canale on line, che nella grande maggioranza dei budget 2020 era presente in quota parziale rispetto alla vendita diretta, come anche sono cambiate le strategia di marketing diretto / indiretto che hanno subito una sorte analoga. Un caso emblematico è ZARA, nota catena di negozi che pensa di chiudere circa 1.000 punti vendita puntando sul canale digitale fino a quasi il 30% del totale ricavi in due anni.

Un tale cambiamento business per altro impatta in maniera significativa sugli investimenti informatici dove i nuovi progetti sono congelati, anche per una obiettiva difficoltà delle aziende nel fare incontrare domanda interna con offerta esterna.

Il budget investimenti 2020 del secondo semestre è per il momento congelato nella speranza di poterlo liberare entro fine anno; il cruccio del CIO è quello di perdere l’opportunità di usare fondi autorizzati, non innovare e quindi entrare in una spirale negativa nel ruolo di supporto al business, che invece è pressato da una necessità opposta, trovare nuove fonti per reintegrare quanto perso nei mesi di lock down. Bisogna fare in cinque/sei mesi quello che si sarebbe dovuto fare un otto/nove.  Il ruolo dell’IT è ancora una volta innovare, trovare nuovi servizi da veicolare on demand e via web che introducano nuove revenues o migliorino drasticamente le esistenti efficientandole. Retitalia si è mossa su due fronti:

  • Una prima risposta deve arrivare dalla mobilità, dalla disponibilità di dispositivi aperti e flessibili ed una rete affidabile e veloce su cui veicolare dallo smart working, all’erogazione dei sevizi digitali che oggi richiedono la presenza on site, supportati da intelligenza artificiale e sistemi di pagamento che devono reggere il passo di un cliente virtuale in sicurezza.
  • Una seconda risposta è il cloud, tramite il quale le aziende possono usufruire di servizi digitali che altrimenti non potrebbero permettersi internamente, sia in termini applicativi che infrastrutturali. L’Italia del “custom” disegnato su misura, dell’abito sartoriale in cui anche il colore dei bottoni è fondamentale, deve lasciare il passo a quella del pret-à-porter, in cui “l’out of the box” delle soluzioni applicative va presa in considerazione visto il time to market ed il costo limitato.

D’altro canto, questo introduce nell’informatica una complessità nello stack applicativo di integrazione verticale ed orizzontale che si ripercuote in un profondo ripensamento del ruolo delle risorse interne per valutare le necessità formative addizionali oppure l’esigenza di introdurne delle nuove.

In questo momento di forte crisi dei mercati, ancora una volta l’informatica rappresenta un elemento indispensabile per la competizione e uno strumento di ottimizzazione operativa interna per ridurre il “cost to serve” nell’erogazione verso del servizio al cliente.

 

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